Tutto è compiuto, olio su tela, 50 x 70cm, dicembre 2002.
Il costato non è ancora stato trafitto.
La bocca è leggermente aperta per lasciare intravedere i denti ed il dolore.
Guarda verso l'osservatore del quadro come se questo fosse il popolo ai piedi della croce o lo stesso padre suo.
Tutto è compiuto! Sembra che stia per gridarlo.
Manca la croce perché mi sono volutamente lasciato ispirare da Dalì, ma manca anche la "quarta dimensione". Una forte luce si impatta sulla schiena del Cristo ma non ci è dato modo di vederla. E' come una quinta dimensione o quella dimensione che per noi uomini oltre ad essere invisibile è anche inimmaginabile.
L'iconografia classica ha sempre posto sulla testa del Redentore una corona di spine secca, dove le spine si mostravano lunghe e insidiose. La corona è sempre senza foglie forse per evocare la morte e sicuramente per mostrare il supplizio delle spine che entrano nella carne: Una corona ricca di foglie non avrebbe mostrato le spine.
Con una corona ricca di foglie vive e verdi ho voluto esaltare l'umiliazione morale a cui volevano sottoporlo oltre che mostrarne il dolore fisico. Una corona verde, vivace e allegra che nasconde il supplizio delle spine per ridicolizzare Gesù il Nazareno, Re dei Giudei.
Quelle spine vogliono emulare l'alloro degli imperatori, dei re.Al dolore delle spine ho preferito mostrare il vero ruolo della corona. Più che infliggere dolore al Cristo gli si voleva togliere l'autorevolezza della sua missione.
La Marruca (Paliurus spina-christi) è la pianta che ho scelto di dipingere, simile all'alloro ma a causa delle sue spine è significativamente diversa da questa pianta. Per molti teologi era questa la vera pianta che venne utilizzata dai soldati che crocifissero il Cristo.