Dal Codice del Volo Angela fa riemergere un volto quasi del tutto cancellato dagli scritti di Leonardo.
Il Lucano Luca Caricato, specializzato in studi storico artistici, esperto vinciano, noto per il lavoro di ricerca sul codice di Leonardo, pone alcuni dubbi offrendo spunti di riflessione.
E se Piero Angela avesse davvero sbagliato? Leonardo coprì il viso del Borgia e non il suo.
Un lucano riapre il caso del mistero dell’autoritratto di Leonardo da Vinci.
L’immagine riemersa dal restauro digitale per merito di Piero Angela, a mio avviso non rappresenta l’autoritratto di Leonardo da Vinci, come sospetta il noto conduttore, ma il ritratto di un altro importantissimo personaggio storico: il figlio del Papa Alessandro VI Borgia.
La prima impressione che ho avuto guardando l’immagine, è che mi sembrava di averla già vista, anche se l’occhio sinistro del ritratto, non sembra essere stato disegnato da Leonardo. Quest’occhio, infatti, è palesemente più grande dell’altro e sembra quasi uscire dall’orbita oculare.
Ho provato a ridisegnare questo volto correggendone la sproporzione e ne ho tratto un’immagine più armonica.
Ma allora, se questo volto non è di Leonardo, di chi potrebbe essere?
Di volti Leonardo ne ha disegnati tanti, ma quello riemerso dal suo quaderno di appunti mi ha immediatamente riportato all’immagine di un ritratto: il volto di un principe, anzi direi proprio del Principe. A Torino, nella Biblioteca Reale, è conservato un foglio con tre ritratti fatti da Leonardo nel 1502-1503, per il Valentino.
Cesare Borgia, detto il Valentino e per il Machiavelli l’incarnazione del Principe, sembra avere tutti i connotati del ritratto ritrovato da Piero Angela: una leggera gobbetta sul un naso che in entrambi i casi ha la punta rivolta verso il basso, occhi chiari, taglio degli occhi simile, folta barba, medesima età ecc.
Un particolare singolare è che i due ritratti si uguagliano anche nell’abbigliamento. Entrambi indossano un cappello che ha un risvolto di circa cinque cm., con delle eleganti alette laterali. La similitudine è più evidente se si rapporta il ritratto del Valentino con la ricostruzione in 3D del volto ritrovato. (vedi laboratorio Leonardo3)
Ho spostato l’attenzione su un artista meno conosciuto: Altobello Melone noto soprattutto per aver dipinto l’icona più emblematica del Valentino. Questo ritratto ripete i medesimi caratteri somatici di quello riemerso, anche nella barba: baffi, pizzetto e mosca sono identici. Nei ritratti più noti di Leonardo, invece, la barba è molto folta. Ho provato a sovrapporre sul volto del ritratto del Melone il volto recuperato da Angela e sembra proprio di vedere la stessa persona.
Cronologicamente Leonardo avrebbe dovuto prima disegnare quel ritratto e poi coprirlo con i suoi scritti. Nel 1502 un’ordinanza del Valentino nomina da Vinci ingegnere militare delle sue truppe, nel 1502-1503 Leonardo abbozza tre ritratti del Valentino. Non si sa di preciso quando, e per quale motivo si allontanerà dal Principe. Forse rimase inorridito da alcuni atteggiamenti del tiranno che fece strangolare con l’inganno tre suoi oppositori tra i quali un amico di Leonardo.
Forse Leonardo vuole dimenticare. Chiude con la guerra e con i crudeli intrighi di palazzo per occuparsi degli studi sul volo.
A volte Leonardo recuperava la carta riutilizzando dei fogli su cui aveva fatto degli schizzi. Un’altra notevole coincidenza vuole che gli appunti su cui è stata ritrovata l’immagine di quel volto misterioso sono stati scritti nello stesso periodo in cui Leonardo frequentò il Valentino, anzi si ha anche la prova che questi studi sono stati scritti subito dopo il suo allontanamento dal tiranno.
Il foglio su cui abbozzò uno studio per un ritratto di un despota cinico e senza scrupoli, potrebbe essere stato riutilizzato per un progetto di libertà; lo studio di uno dei più bei sogni dell’uomo: quello di volare.