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Pubblicato 05 Agosto 2012 Visite: 3291
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Gli uomini da sempre si sono sentiti potenti come un dio ma allo stesso tempo hanno sempre cercato qualcosa di superiore a loro per chiedere aiuto. Un padre onnipotente, giusto e misericordioso.

Tutto è compiuto, olio su tela, 50 x 70cm, dicembre 2002.

Il costato non è ancora stato trafitto.

La bocca è leggermente aperta per lasciare intravedere i denti ed il dolore.

Guarda verso l'osservatore del quadro come se questo fosse il popolo ai piedi della croce o lo stesso padre suo.

Tutto è compiuto! Sembra che stia per gridarlo. 

Manca la croce perché mi sono volutamente lasciato ispirare da Dalì, ma manca anche la "quarta dimensione". Una forte luce si impatta sulla schiena del Cristo ma non ci è dato modo di vederla. E' come una quinta dimensione o quella dimensione che per noi uomini oltre ad essere invisibile è anche inimmaginabile.

L'iconografia classica ha sempre posto sulla testa del Redentore una corona di spine secca, dove le spine si mostravano lunghe e insidiose. La corona è sempre senza foglie forse per evocare la morte e sicuramente per mostrare il supplizio delle spine che entrano nella carne: Una corona ricca di foglie non avrebbe mostrato le spine.

Con una corona ricca di foglie vive e verdi ho voluto esaltare l'umiliazione morale a cui volevano sottoporlo oltre che mostrarne il dolore fisico. Una corona verde, vivace e allegra che nasconde il supplizio delle spine per ridicolizzare Gesù il Nazareno, Re dei Giudei.

Quelle spine vogliono emulare l'alloro degli imperatori, dei re.

Al dolore delle spine ho preferito mostrare il vero ruolo della corona. Più che infliggere dolore al Cristo gli si voleva togliere l'autorevolezza della sua missione.

La Marruca (Paliurus spina-christi) è la pianta che ho scelto di dipingere, simile all'alloro ma a causa delle sue spine è significativamente diversa da questa pianta. Per molti teologi era questa la vera pianta che venne utilizzata dai soldati che crocifissero il Cristo.

 
Pubblicato 05 Agosto 2012 Visite: 5551
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Presentato alla Pinacoteca Provinciale di Potenza in una mostra collettiva dal titolo A Berlino c’era un bucoaperta al pubblico dal 13 dicembre 2005 al 31 gennaio 2006.

L’opera, Traditi tra pietre”, ha ricevuto un premio consistente in una borsa di studio che gli è stato consegnato dal celebre critico d’arte Philippe Daverio.

Benché il quadro mi sia stato richiesto da più persone non sono mai riuscito a venderlo, anche quando l'offerta diventava molto allettante.

In molti mi accusano di aver copiato lo stile di Savador Dalì nel dipingere questo quadro.

A tutti ho risposto dicendo che è vero.

Credo che nell'arte come nella fisica nulla si crea, ma tutto si trasforma.

 
Pubblicato 02 Agosto 2012 Visite: 4980
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La Mia Rosa, Parigi 2003. Acquerello sul retro di un cartone di birra "Adelscott".

La mia rosa si ispira alla rosa del Piccolo Principe 

Il tema della rosa è uno di quelli che più di tutti ho amato ripetere e reinterpretare. Questa rosa, nel suo contesto surreale, mi è stata ispirata dalle opere di Magritte. 

Galleggia nell'aria a differenza della ROSA CON RADICE che è piantata in terra. Sullo sfondo torna ad esserci Parigi.

Parigi per me è stata una grandissima fonte di ispirazione. Da lì cominciai a maturare la mia particolare interpretazione delle opere vinciane. Frequentare periodicamente il Museo del Louvre, d'Orsay e tantissimi altri posti stimolanti ha dato molta creatività alla mia tecnica di disegnatore e di pittore.

In quel periodo mi è mancata molto la possibilità di scolpire o di modellare.

La rosa viziata e bugiarda cerca solo attenzione. Lei è fragile e bella, e anche tra milioni di rose sarà sempre l'unica rosa dell'universo per il suo piccolo principe.

Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente" , disse.
" Nessuno vi ha addomesticato e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre.
Ma ne ho fatto il mio amico e ne ho fatto per me unica al mondo".
E le rose erano a disagio.
" Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. " Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei 
che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro, Perché è lei che ho riparato col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato 
lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa" 

L'arte diceva Leonardo si divide in Visibile ed Invisibile

"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
" L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
" E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
" Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare.
Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…" 
" Io sono responsabile della mia rosa…." Ripetè il piccolo principe per ricordarselo.

Tratto da "Il Piccolo Principe" di Antoine de Saint-Exupéry

 
Pubblicato 31 Luglio 2012 Visite: 4031
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Rosa Con Radice, Bologna 2006. Collezione Vaccaro. Acrilico su tela di 45 x 100cm.

Una rosa piantata a terra, sullo sfondo Parigi.

Dal 2006 al 2009 ho vissuto a Bologna e mi recavo spesso a Roma.

In questo periodo ho viaggiato moltissimo per presentare le mie ricerche.

Avendo poco tempo a disposizione ho dipinto pochi quadri ma ho fatto moltissimi disegni (studi anatomici e riproduzioni di particolari di diversi artisti).

La pittura a differenza del disegno mi porta a cambiare sempre stile e a cercare nuove soluzioni. La ritengo un'arte molto diversa dal disegno.

Mentre disegno o scolpisco provo delle emozioni molto simili. la pittura invece appartiene ad una dimensione personale che non riesco a gestire professionalmente.

Mi spiego meglio:

Diverse persone mi commissionano dei dipinti, ma non riesco a dipingere un soggetto se questo non ispira la mia fantasia.

Benché ami le opere di Leonardo da Vinci e del Caravaggio, nei miei dipinti non provo nemmeno ad imitare questi grandi maestri.

Riesco a ricopiarne le forme dei disegni ma, forse perché sono autodidatta, ho rinunciato a studiare la complessa stesura e composizione che questi artisti davano ai colori delle loro opere.

Ad influenzare i miei dipinti ci sono sicuramente altri artisti: Magritte, Dalì e Lautrec.

La pittura è un campo molto vasto. L'acrilico, l'olio e l'acquerello sono tre tipologie di colori diverse che danno vita a tre stili di pitture diverse.

 
Pubblicato 31 Luglio 2012 Visite: 3242
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La passeggiata nell'acqua fredda. Terracotta 1999. Scolpire o modellare è come disegnare in 3D. Questa statuetta rappresenta una sfida all'equilibrio. Questa donna non è in una posa statica, ma cammina e si fa seguire. Un omaggio alla cultura greca antica. E' la cultura classica che continua a camminare con dignità, sapienza e coraggio. L'acqua fredda si sa, tempera gli animi e mitiga i pensieri.

 

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