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Pubblicato 04 Aprile 2012 Visite: 7201
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MAXTIN
 
GeomArt: Con questo termine Massimo Basile, in arte MAXTIN, sintetizza la sua arte. Le sue opere sono semplici, eleganti e dinamiche, apparentemente piatte ma mai banali. Mentre il mito della caverna di Platone ci aiuta a rifuggire da una visione bidimensionale e ridotta della verità, Maxtin ci riporta all'interno della caverna per farci riconoscere l'essenzialità del segno e il gusto dell'estetica. Il compito dell'uomo libero non è solo quello di fuggire dalla caverna, ma è anche quello di ritornarci per liberare gli schiavi, e per farlo è essenziale saper riconoscere dalle ombre i volumi, gli spazi e le cose. Il bianco, la luce, i colori vivaci caratterizzano la sua arte che si sottrae dalla retorica e dall'etica e senza ipocrisie predilige i salotti del lusso, anche quando è in contesti di volontariato sociale. L'esigenza di MAXTIN è quella di farsi ricordare per l'eleganza delle sue opere. Rilassando l'animo dell'osservatore lo vuole liberare dalla caverna della routine quotidiana. Dopo aver trascorso più di dieci anni nel mondo dei casinò sembra aver conservato nel suo stile pittorico i colori dei casinò, dei semi delle carte francesi, delle fiches da gioco e della roulette. Niente curve nelle sue geometrie, per ridurre al minimo la sintesi del segno Massimo Basile ricorre solo alle rette. Linee che chiudono superfici che diventano volumi di colore che non trovano modelli d'ispiarazione classificabili in nessuna corrente pittorica, avvicinandosi ma non fondendosi del tutto nel decostruttivismo. Basile, pur adorando la metafisica e tutte le correnti pittoriche, si accosta molto alla post-metafisica. Lavora di notte, nella sua bella Lugano, in quella parte della Svizzera che si incastona nella sua Italia come un oggetto geometrico tipico delle sue opere, dei suoi quadri e delle sue bottiglie decorate. Portano la sua firma e il suo stile non solo le tele che dipinge ma anche gadget e altri oggetti di lusso che l'artista rende unici. Dinamico, brillante, felice: lui è come la sua arte e come gli ospiti dei suoi numerosi eventi. Eventi, anche questi, che potremmo considerare opere d'arte.
 
Potenza, 1 Settembre 2015.                                                                                        Luca Caricato.
 
Intervista di Rocco Romanelli all'artista MAXTIN a ZOOM su La Nuova Tv (canale 12 del digitale terrestre, 840 sky e in streaming su www.lanuovatv.it)

Massimo Basile, in arte Maxtin, nasce a Torino nel 1975. Dopo un breve periodo nel capoluogo piemontese, si trasferisce in Terra Lucana dove trascorre parte della sua giovinezza. Ben presto, pero', il suo animo cosmopolita lo spingera' a superare gli angusti confini della regione e della stessa Italia e lo porterà dapprima in Inghilterra, a Londra, dove rimarrà per cinque anni, poi in Francia, a Strasburgo, e in Spagna, rispettivamente per un anno e per sei mesi, alla ricerca di stimoli da studiare, da approfondire e da applicare alla sua arte.


Singolare lo stile di questo artista fatto di forme, geometrie, linee, colori brillanti e puri.
Geometrie che prendono forma da linee rette e che disegnano un mondo fatto di città ideali, colorate, dove attraverso le finestre di alti palazzi, sembrano prendere vita sorrisi, espressioni di un mondo perfetto, del suo mondo.
Quello che rappresenta Maxtine è un mondo permeato da forme perfettamente geometriche, che rimandano ad uno stile immediatamente riconoscibile, quello di una barca in mezzo al mare, di un sole, di un mare e di un cielo, un vaso di fiori e ancora, citazioni classiche fatte di figure semplici, disegnate da geometrie precise. 
Simboli riconoscibili, quelli di un cuore utilizzato come logo della famosa casa Benetton, semi di carte da gioco, simboli tessuti come ricami in spazi e griglie rettangolari.
L’artista sembra privilegiare la forma e il colore, accostandosi ad uno stile unico, ma la vera originalità risiede proprio nella semplicità delle sue forme, immerse in atmosfere ludiche e leggere, come in un cubo di Rubick.
Uno stile che ricorda quello dei collages elementari, che disegnano un mondo autentico, quello guardato dagli occhi di un bambino, un mondo fatto di simboli colorati e facilmente accessibili; il successo di queste opere è dato proprio dalla loro immediatezza e dalla libertà dei colori utilizzati, da una perfetta armonia tra forma e colore, tesa in un acrilico smaltato, armonia che pone un freno a quell’eccessiva libertà cromatica, espressamente fauvista.
Lo stile di Maxtine si rivolge a diverse correnti di astrazione, tra cui il movimento artistico del Neoplasticismo, nato intorno agli anni Venti del secolo scorso, di cui fece parte il celebre Piet Mondrian; un astrattismo di tipo geometrico basato sulla creazione di forme pure, bidimensionali, i cui unici mezzi espressivi diventano la linea e il colore. Ma quella neoplastica non è una pittura emotiva, al contrario, è una pittura che non ammette sentimento, ne l’ambiguità di una “curva” ma solo ed esclusivamente l’uso dell’angolo retto, dove non c’è posto per le forme di Maxtine nelle quali le linee disegnano figure che riflettono l’eco della fantasia dell’artista, espressioni di un mondo colorato e a tratti ingenuo, migliore di quello che è in realtà, un mondo ideale, che arriva al cuore, simbolo ricorrente nelle sue opere.
L’arte di Maxtine può essere paragonata a quel gruppo nato intorno agli anni Quaranta del Novecento, Forma 1, sostenitore di un'arte strutturata ma non realistica, che dà importanza alla forma e al segno nel loro significato essenziale. È la ricerca di una mediazione tra i due opposti linguaggi dell'arte italiana di quel periodo, divisa tra astrattismo e realismo, con un'arte basata sulle intuizioni dell'artista rappresentate in modo oggettivo, divenute immagini concrete di forma e colore, al di fuori di ogni astrazione formale. I formalisti diranno “ci interessa la forma del limone, non il limone”, eliminando nelle loro opere ogni pretesa simbolista o psicologica, e anche qui l’arte di Maxtine si dimostra differente, perché la sua è un’arte che invece vuole comunicare, comunicare attraverso il colore, e attraverso quelle forme, comunicare una forte emotività, immediatamente palpabile attraverso le sue geometrie. In particolare, i motivi astratti smaltati presenti all’interno di ogni geometria come stelle marine danzanti, ricordano vagamente quelle sperimentazioni di Carla Accardi, membro del gruppo citato, che svilupperà successivamente un linguaggio personale, secondo una poetica legata al segno – colore con divagazioni materiche e informali.
Quella di Maxtine è un’arte di geometrie astratte che ci riporta in un mondo fatto di colori, dove tutto sembra più semplice, dove le città sorridono e si colorano, dove il sole si manifesta in ogni forma, dove si possono ammirare ancora i colori di una natura incontaminata e affidabile, di un cielo perfettamente azzurro e il mutare dei colori di una farfalla.
Uno spazio tutto per noi, che prende le forme e i colori della nostra vita.

 

Cristiana Elena Iannelli

Per saperne di più vai sul sito www.maxtinart.com

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